Via Appia, la “Regina delle Strade” diventa Patrimonio dell’Umanità

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L’antica Via Appia, celebre come la “Regina viarum”, è una strada che si estende per oltre 500 chilometri: collega Roma a Brindisi e terminano una colonna storica nella città pugliese. Durante la 46esima sessione del Comitato del Patrimonio Mondiale, che si è svolto dal 21 al 31 luglio a Nuova Delhi, è stata ufficialmente iscritta nella lista UNESCO.

Un traguardo storico per l’Italia

La Via Appia è il 60esimo sito italiano a ricevere il riconoscimento dall’UNESCO: un traguardo importante per il patrimonio culturale del Paese. Questa candidatura è stata la prima a essere promossa direttamente dal ministero della Cultura, che ha coordinato meticolosamente tutte le fasi del processo, dalla preparazione della documentazione necessaria fino alla richiesta d’iscrizione.

Il successo dell’iniziativa ha suscitato grande entusiuasmo tra le autorità locali, con il sindaco Gualtieri e i membri della Giunta e dell’Assemblea Capitolina che hanno espresso il loro entusiasmo.

«Siamo orgogliosi di rappresentare uno degli snodi fondamentali dell’antica via romana, insieme alle Città di Roma e Benevento», aggiunge il sindaco di Brindisi, Giuseppe Marchionna.

Un’importante eredità

La Via Appia non è solo una testimonianza straordinaria dell’ingegneria e della visione degli antichi romani ma anche un simbolo di connessione culturale e storica che continua a influenzare e ispirare il presente.

«Attraversando paesaggi mozzafiato e spesso incontaminati, luoghi di grande importanza spirituale, catacombe e acquedotti maestosi, città e località storiche, la via Appia trova oggi la sua degna collocazione tra le grandi meraviglie del mondo. Abbiamo tutti una nuova opportunità ma anche il dovere, dal ministero che ha promosso la candidatura a tutti i territori che oggi vengono attraversati dalla Regina Viarum, di valorizzarla di più, per conoscerla, ammirarla e viverla meglio ma soprattutto per tutelarla finalmente in maniera coerente con il suo valore inestimabile», ha commentato Gualtieri.

«Come Roma Capitale siamo stati tra gli enti che hanno sostenuto questa candidatura proprio perché consci del valore storico e culturale unico al mondo di questo monumento lineare” che, partendo dalle mura di Roma e attraversando quattro regioni, arriva fino a Brindisi – aggiunge l’assessore alla Cultura, Miguel Gotor –  La Via Appia è un vero e proprio simbolo fisico dei contatti e dei legami tra Occidente e Oriente e il fatto che da oggi sia il 60º sito italiano riconosciuto dall’Unesco è per la nostra città motivo di grande orgoglio»

Il supporto delle istituzioni e il riconoscimento mondiale

Il successo della candidatura della Via Appia è frutto di un ampio sostegno istituzionale. Erica Battaglia, presidente della Commissione Cultura e Lavoro e prima firmataria della mozione approvata in Assemblea Capitolina, ha sottolineato l’importanza della collaborazione tra le istituzioni: «Un grande risultato quello sancito dal Comitato del Patrimonio Mondiale. Il voto di Nuova Delhi ci restituisce il valore che rappresentiamo di fronte al mondo intero».

Via Appia: restauro e sicurezza per la regina delle strade

L’antica Via Appia è al centro di un importante progetto di riqualificazione. L’assessora ai Lavori Pubblici, Ornella Segnalini, ha illustrato le iniziative in corso per garantire la sicurezza e la bellezza di questa storica via. Ha spiegato che anche la Via Appia rientra nel piano strade che il Campidoglio sta portando avanti. Recentemente, sono state avviate le prime fasi dei lavori con la messa in sicurezza dei chiusini, e a breve inizierà la riqualificazione dei sampietrini.

Un progetto di riqualificazione salvaguardia e valorizzazione del patrimonio storico

Il progetto di riqualificazione della strada ha ottenuto un finanziamento pari a un milione di euro ed è stato pianificato in stretta collaborazione con il Parco dell’Appia Antica. «Il cantiere riguarda la tratta tra Porta San Sebastiano e Cecilia Metella per circa un chilometro e interesserà anche la pulizia delle caditoie e il rifacimento della segnaletica», sottolinea Segnalini.

L’intervento non si limita solo a garantire la sicurezza della Via Appia, ma mira anche a restituirle la sua straordinaria bellezza. Il Dipartimento dei Lavori Pubblici sta eseguendo i lavori con grande attenzione ai dettagli, assicurandosi che ogni fase sia svolta con precisione. Questo progetto di riqualificazione è concepito per rispettare le caratteristiche storiche della strada, riportandola alla sua antica magnificenza e rendendola sicura per tutti i suoi visitatori. Ma scopriamo di più sulla storia di questa strada.

Conosciamo la Regina Viarum

Nel 312 a.C., il console romano Appio Claudio inaugurò una strada destinata a diventare leggendaria: la Via Appia. Collegando Roma a Brindisi, questa via rappresentava una delle principali arterie del mondo romano. Consacrata dal poeta Stazio come la “Regina Viarum“, fu restaurata e ampliata da vari imperatori, tra cui Augusto, Vespasiano, Traiano e Adriano, diventando un simbolo di ingegneria e bellezza senza pari.

Via Appia: un capolavoro di ingegneria antica

La Via Appia si distingue come la prima “autostrada dell’antichità” grazie alla sua innovativa pavimentazione, che la rendeva percorribile in ogni condizione meteorologica. Realizzata con grandi pietre levigate (basoli), posizionate su uno strato di pietrisco, garantiva una perfetta aderenza e un efficace drenaggio delle acque. Questa tecnica ingegneristica fu fondamentale per la costruzione della vasta rete stradale romana. La larghezza della via, circa 4,1 metri, permetteva il passaggio simultaneo di carri in entrambe le direzioni, mentre i percorsi pedonali ai lati e le pietre miliari fornivano ulteriore funzionalità e sicurezza.

Tutela e valorizzazione

Dal 1988, la protezione di questo inestimabile patrimonio è affidata al Parco Regionale dell’Appia Antica, incaricato di preservare le risorse idrogeologiche, botaniche e faunistiche. Dal 2016, il Parco Archeologico dell’Appia Antica si occupa anche della valorizzazione del patrimonio archeologico, artistico e storico. Questi enti organizzano annualmente un ricco programma di iniziative, visite, mostre, laboratori, oltre a attività ludico-sportive e ambientali, per promuovere la conoscenza e la fruizione di questa straordinaria via.

Un viaggio nel tempo

Estendendosi per circa 16 km all’interno della Capitale, da Porta San Sebastiano fino alla località Frattocchie/Santa Maria delle Mole, la strada offre un viaggio nel tempo di oltre duemila anni. Lungo il percorso, i visitatori possono ammirare numerose testimonianze storico-archeologiche, immergendosi in un’oasi di verde e di bellezza che racconta storie di un passato glorioso. A questo punto, iniziamo la nostra escursione.

Da Porta Capena a Santa Maria delle Mole

Il viaggio lungo la Via Appia Antica inizia da Porta Capena, dove si possono ammirare i muri di cinta delle tenute suburbane della Roma post-rinascimentale. Questo primo tratto ci conduce fino alla monumentale Porta di San Sebastiano, sede del Museo delle Mura. Lungo questo percorso, si alternano testimonianze storiche di diverse epoche, a partire dalla Chiesa di San Cesareo in Palatio (VIII secolo d. C), costruita su resti di strutture romane preesistenti.

Proseguendo, si incontra la Casina del Cardinal Bessarione, del XV secolo ma edificata su strutture romane del I secolo a.C. Poco oltre, si trova l’area archeologica del Sepolcro degli Scipioni, un importante complesso funerario del III secolo a.C., seguita dal Colombario di Pomponio Hylas, che risale al I secolo d.C., situato su una traversa dell’antica via Latina. Attraversando l’arco di Druso, incassata nel muro di cinta, si può vedere la copia della prima colonna miliare della via Appia Antica.

Il secondo miglio 

Al secondo miglio si trova il complesso della Cartiera Latina, ora struttura espositiva e museale che affaccia sul fiume Almone, uno dei fiumi sacri di Roma. A breve distanza, la chiesetta del Domine Quo Vadis sorge nel punto in cui, secondo la tradizione, Gesù apparve a Pietro mentre fuggiva da Roma. Al bivio tra la via Appia Antica e la via Ardeatina, parzialmente nascosto da due edifici, si trova invece il Sepolcro di Priscilla, risalente al I secolo d.C.

Da qui, il percorso entra nella zona delle catacombe cristiane, con la Vigna Randanini, storicamente una sepoltura della comunità ebraica, e le Catacombe di Pretestato, San Callisto, Santa Domitilla e San Sebastiano. 

Il terzo miglio

Il terzo miglio si apre con il Complesso di Massenzio, una vasta area verde con resti di strutture di grande pregio appartenenti alla villa dell’imperatore Massenzio. L’illuminazione artistica di questa area, recentemente inaugurata, rende il sito visitabile anche in orario serale.

L’itinerario si conclude davanti al Mausoleo di Cecilia Metella, una nobildonna romana. La classica struttura a forma di torre del mausoleo fu riutilizzata come torre di avvistamento e struttura difensiva dalla potente famiglia dei Caetani, che costruì attorno al mausoleo un vero e proprio borgo, noto come Castrum Caetani. Anche questo sito, come molti altri nel Parco Regionale dell’Appia Antica, ha ingresso gratuito.

Dalla Tomba di Cecilia Metella al Mausoleo di Casal Rotondo fino a Santa Maria delle Mole

Il secondo itinerario proposto dal Parco Regionale dell’Appia Antica si snoda tra rovine della civiltà romana. Qui, l’antico basolato è ancora visibile, con i segni lasciati dal passaggio dei carri oltre duemila anni fa. Il IV e V miglio sono caratterizzati da una successione di edifici sepolcrali che vanno dall’età repubblicana alla tarda età imperiale.

Proseguendo, si incontra la Villa dei Quintili, il più grande complesso residenziale del parco (risale alla prima metà del II secolo d.C). Poco oltre, l’imponente tomba circolare di Casal Rotondo, della fine del I secolo a.C., domina il paesaggio.

La strada si immerge poi nella campagna romana, circondata dalle grandi tenute dell’agro romano, prima di uscire dai confini della Capitale e raggiungere la località di Santa Maria delle Mole, nel Comune di Marino. Qui, tra sporadiche rovine di antichi monumenti, il viaggio lungo la Via Appia Antica trova la sua conclusione. 

Insomma, l’affascinante itinerario merita di essere esplorato.

Fonte foto: archivio InLibertà

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