La nostra rubrica che si occupa di Roma scordata, laddove per “scordata “ intendiamo sia dimenticata e non sia in sintonia con il suo ruolo di capitale, ci porta nei meandri della sanità romana.
A chi non è capitato di fare lunghi mesi di attesa per essere sottoposti a visita specialistica o ad un esame diagnostico? Ebbene in questo caso abbiamo voluto effettuare una piccola inchiesta giornalistica sugli esami di Radiologia.
Abbiamo così scoperto che nella zona di Roma Nord, ovvero nei municipi che una volta erano chiamati 17, 18, 19 e 20, ovvero quelli che erano assistiti dalla ex ASL RM/E cioè da una delle cinque zone in cui era ripartita la capitale, esistono solo tre luoghi deputati ad effettuare radiologie di qualsivoglia natura. Essi sono gli ambulatori all’interno dell’ex ospedale Santa Maria della Pietà a Monte Mario, quello che si trova su via Tor di Quinto e quello in zona Primavalle ovvero la ASL sita in via San Zaccaria Papa. Diversi anni fa, quelli che ora si chiamano “presidi territoriali” e che effettuavano esami diagnostici RX erano molti di più: Via Plinio, Via Adriana, Palazzaccio, Lung.re…..ecc. ecc.
Non solo ma in questi tre presidi molto spesso vi sono solo due radiologi in forza al reparto, come appunto al Presidio di Zaccaria Papa. Basta che uno dei due radiologi si ammali o che goda delle meritate ferie che gli esami subiscono rallentamenti. Se poi accadesse che ambedue i tecnici di laboratorio fossero contemporaneamente assenti il reparto avrebbe bisogno di reperire altrove e con urgenza un sostituto. Ultimamente abbiamo avuto notizia che il nostro governo sia in procinto di varare un concorso per l’assunzione di centinaia di medici. Ci auguriamo che siano previsti anche dei rinforzi con la qualifica di radiologi e tecnici di laboratorio per evitare che le file in attesa di una lastra si allunghino oltre ogni ragionevole attesa.
Un altro importante problema della Asl di Primavalle sono gli escrementi dei piccioni, che ormai coprono ogni superficie orizzontale: pensiline, davanzali, camminamenti per disabili, ringhiere, corrimano. Il guano, specialmente con la pioggia, rende scivoloso il terreno, in particolare sulla rampa dei disabili, laddove ci vuole poco per cadere.
Le deiezioni sono doppiamente pericolose anche per le infezioni che potrebbero causare. Infatti non tutti sanno che questi animali possono veicolare la zecca (la cui puntura sull’uomo causa reazioni a volte gravi) ma anche agenti patogeni come salmonellosi, clamidia, ornitosi, borelliosi e toxoplasmosi. Anche lo stesso pulviscolo delle feci disseccate contiene una elevata carica microbica che potrebbe infettare soggetti sensibili, che ovviamente in una Asl possono essere presenti in maniera numerosa.
L’impresa delle pulizie che opera nel fabbricato compie diligentemente le sue funzioni di rimozione del guano giornalmente ma se in certe zone quest’operazione è facilmente eseguibile in altre, come sui davanzali delle finestre a “vasistas” (vedi foto sotto), laddove i vetri non possono essere aperti con facilità, l’operazione è molto più complicata.
Ovviamente la pulizia dell’edificio non compete al Comune di Roma ma alla Regione Lazio dalla quale questa struttura sanitaria dipende. Ci appelliamo quindi agli organi regionali preposti affinché operino celermente per rimuovere ogni situazione di nocumento per la salute collettiva, specialmente in un ente pubblico sanitario che ha istituzionalmente a cuore (o dovrebbe avere) la sanità e la salute dei più deboli e dei malati che la frequentano.
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