Da che mondo è mondo e i videogiochi sono videogiochi, abbiamo sempre goduto nell’esplorare ambienti e mappe sconfinati. Navigare, cercare, girovagare e curiosare è caratteristica innata nel DNA dell’essere umano, e ovviamente anche del videogiocatore.
La capacità di calcolo degli hardware in questi ultimi anni ha avuto un’impennata direttamente proporzionale al loro sviluppo tecnologico, permettendo la realizzazione di ambienti di gioco fino a poco tempo fa impensabile.
Se da una parte è vero che il problema non era tanto “crearli” quanto piuttosto “riempirli” di qualcosa da fare o di qualcosa di bello da vedere, i mondi procedurali semplici hanno man mano lasciato spazio a universi vivi e pulsanti, realistici e sempre più divertenti.
Tralasciamo volutamente alcuni titoli specifici come No Man’s Sky, Elite Dangerous o Eve Online, per loro natura quasi “infiniti” piuttosto che ampi, e ci concentriamo sui giochi che, nel corso della storia, sono rimasti impressi per la loro mappa di gioco più o meno enorme.
Giusto per dare un riferimento tangibile in termini di grandezze, ricordiamo che, ad esempio, un gioco come Grand Theft Auto: San Andreas si districava attraverso “soli” 36 chilometri quadrati (e Grand Theft Auto V qualcosa di più con i suoi 81), oppure Skyrim 39 Km², Red Dead Redemption 41 Km², Fallout 4 con i suoi 69 Km², infine il gigantesco The Witcher 3 con i suoi 135 Km².
Questi sono solo quelli “più piccoli”: potrete scoprire qual è la top10 dei giochi più grandi, grossi e cattivi direttamente sulla pagina facebook ufficiale di “Videogiocambo”!
di Claudio Camboni
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