Un’altra spiegazione del mancato riconoscimento della violenza da parte degli operatori è la generalizzazione di “pregiudizi e stereotipi”
Nella ricerca di Bologna (Gonzo 2000) a cui ho fatto riferimento nel precedente articolo, la stragrande maggioranza degli operatori concordava con l’affermazione che la violenza domestica è un fenomeno diffuso tra le classi socioculturali inferiori, è causata dalla disoccupazione, dall’abuso di alcool e da problemi psicologici dell’aggressore, che la donna è responsabile della violenza per i suoi problemi psicologici, subisce per masochismo e non può essere violentata (soprattutto quando l’autore è il marito) contro la sua volontà. I Medici di Medicina Generale, più degli altri operatori, consideravano la Violenza Domestica, come un fatto privato tra marito e moglie e giustificavano più facilmente i maltrattamenti.
Per questo motivo già da 1999 l’università di Berlino iniziò a lavorare sulla formazione con il progetto SIGNAL, per lo più una guida strutturata in più punti: parlare, intervistare, visitare, informare. Qualche anno dopo anche in Italia la dottoressa Elvira Reale organizzò una proposta formativa a Napoli con il progetto C.A.P.(Conoscere. Ampliare. Prevenire) presso la ASL Napoli 1. I tempi sono maturi a che anche l’American Medical Associaton nel 2002 pubblica le prime Linee Guida per i Medici finalizzate alla prevenzione, individuazione precoce e trattamento dei casi di Violenza tra la popolazione femminile dei servizi sanitari. Da questi, come da altri corsi di formazione emergono tatti comuni:
- La Violenza di genere è trasversale, interessa donne di tutte le età, razze, etnie, religioni, culture, livelli socioeconomici e istruzione. La trasversalità interessa le vittime e l’autore delle violenze e quindi l’attenzione deve essere massima, non sono persone facilmente riconoscibili.
- Non sempre sono presenti segni fisici di violenza: la forma di violenza più frequente è quella psicologica, meno visibile, ma non meno devastante.
- Sono rari i casi in cui la paziente racconta spontaneamente al medico di subire violenza: per paura, per vergogna o molto semplicemente, perché pensa che non interessa il medico.
- Gli effetti della violenza sulla Salute sono evidenti (e quindi il riconoscimento è di competenza medica). Interessano tutti gli organi e tutte le funzioni: conseguenze psicologiche e comportamentali, sono soprattutto segnalate alterazioni della qualità del sonno (insonnia/dissonnìe), disturbi gastroenterici (dispepsia e colite), disturbi dell’apparato respiratorio (asma), disturbi muscolari (fibromialgie)
Queste Linee Guida insistono sulla necessità di introdurre i postumi e gli esiti della Violenza Domestica nella Cattiva Salute della Donna e che quindi anche la Violenza Domestica è di interesse Sanitario.
di Rosa Pedale
Scrivi